I giovani e il porno amatoriale: che ne pensano gli under 21?

Al giorno d’oggi, grazie al web, i giovani vengono a contatto con realtà che, fino a qualche decennio fa, erano riservate esclusivamente agli adulti: un esempio lampante riguarda il porno amatoriale, particolarmente apprezzato anche dagli adolescenti.

I motivi di questa ‘passione’ per le foto e i video porno amatoriali, sono disparati: innanzitutto, c’è la voglia di scoprire se stessi e di entrare in contatto con altre persone, ma non dobbiamo sottovalutare anche la componente dell’esibizionismo, ovvero il desiderio di condividere, anche con sconosciuti, momenti della propria intimità.

I media parlano spesso di questo interesse giovanile per il mondo hard, anche se, nella maggior parte dei casi, si tende a puntare il dito contro i pericoli della rete, specialmente a causa dei recenti avvenimenti di cronaca, che hanno messo in luce il ‘lato oscuro’ della pornografia.

Esporsi in modo totale, senza dubbio, comporta dei rischi, ma per molti ragazzi, anche giovanissimi, è un modo come un altro per scoprire la propria sessualità, giocare con il proprio corpo e la propria immagine, anche con un pizzico di trasgressione.

Che ne pensano i giovani del porno amatoriale? È davvero un fenomeno così diffuso, come vorrebbero farci credere? E, soprattutto: i ragazzi e le ragazze sono realmente consapevoli di ciò che fanno e delle conseguenze, anche legali, delle loro azioni?

Ciò che emerge, da un primo contatto con gli under 21, è la facilità con cui si entra in contatto con questi ambienti, già a partire dalla prima adolescenza: «Ho scoperto il porno amatoriale quando avevo 15 anni – racconta Federico, 20 anni – e da allora lo preferisco ai video e ai film professionali, perché mi sembra più vero, più reale e, per certi versi, più coinvolgente».

Anche Anna, 18 anni, appare piuttosto interessata al mondo delle foto e dei video amatoriali: «A 17 anni avevo già visto tutto quel che c’era da vedere, ero quasi annoiata, anche perché gran parte dei contenuti è piuttosto ripetitiva, poco originale. Il porno amatoriale, invece, ha qualcosa di ‘casalingo’, stimolante, e da quando l’ho scoperto, non guardo più altro».

Naturalmente, c’è una grande differenza tra l’essere semplici spettatori ed il prendere parte allo spettacolo, caricando contenuti intimi personali: «Non so se avrei il coraggio di pubblicare le mie foto e i miei video – commenta Paola, 19 anni – ma non lo escludo. Vorrei che diventasse un gioco da condividere con il mio ragazzo, per accrescere la nostra complicità».

Non manca, poi, chi ha già passato questo confine, e di video amatoriali ne ha condivisi parecchi, come Stefano e Giada, entrambi appena ventenni: «Per noi è sempre stato normale guardare film e scatti porno, era una fonte di ispirazione, così ci siamo detti: perché non entrare nel giro? Certo, bisogna essere attenti e non fidarsi del primo utente: noi, ad esempio, carichiamo soltanto filmati con il viso offuscato, per non incappare in sorprese spiacevoli».

Tuttavia, c’è chi non la pensa così, come Andrea, 19 anni: «Non sono un amante del porno, e non condividerei mai i miei video o quelli della mia fidanzata: certi momenti devono rimanere privati, e sarei molto geloso se scoprissi che la mia partner ha pubblicato filmati o foto hard».

Il mestiere del gioielliere

Scuole per gioiellieri ne esistono, ma poche sono davvero famose e si trovano solo nel centro e nord Italia!

Il gioielliere è uno dei mestieri italiani secolari, per non dire millenari che oggi, 2016, ha sfortunatamente perso troppo del suo valore. Corsi per gioielliere e gioiellieri stessi desiderosi di tramandare la loro passione ce ne sono tanti in giro ma… purtroppo i veri appassionati, in una società altamente computerizzata e industrializzata, sono sempre più rari. Se soltanto nel secolo scorso contavamo migliaia di fiorenti attività di tal genere e conseguentemente rinomate accademie per futuri gioiellieri, oggigiorno ce ne sono soltanto poche centinaia, di cui a decine realmente producenti e fiorenti.

I giovani si avvicinano sempre meno a questo mestiere, forse per ovvie ragioni. Basti pensare che, secondo una ben nota corrente di pensiero, oggi un buon gioielliere puo’ arrivare a guadagnare, almeno per molti anni, soltanto un migliaio di euro al mese e solo se esclusivamente “ci sa fare”. Eppure resta ancora un’arte pregiata di cui non tutti riescono a farne a meno.

In molti licei, soprattutto nella città di Padova, tantissimi alunni hanno espresso il desiderio di imparare questa antica attività e di farsene un “ruolo per la vita”: accanto a sculture e opere prodotte dai ragazzi stessi, ci sono alcune manifatture in oro o metalli preziosi di una bellezza e originalità tali da fare pensare che saranno davvero gli orafi del futuro.

Ma tutto questo potrebbe non bastare: oltre ad avere un estro creativo e a una maestria nel dipingere e disegnare, i bravi orafi hanno anche bisogno di frequentare corsi di formazione per gioiellieri, affinchè la professione, di per sé fine e per certi versi “deliziosa”, possa svilupparsi al meglio nell’individuo predisposto, mettendo in luce tutta la magnificenza di questa meravigliosa forma d’arte.

Allo scopo, diversi enti soprattutto nel nord Italia, sono presenti proprio in questo. Tra i tanti, sono sicuramente da menzionare svariati istituti, nell’apprendimento e nel perfezionamento del mestiere soprattutto a Firenze, se vogliamo città magica dell’arte e preziosa di tante sculture e ornamenti rinascimentali. Ovviamente poi non mancano rinomate scuole specializzate anche in Liguria, Veneto, Lazio o Toscana. Insomma per chi viene da sud sicuramente, per inseguire il proprio “estro” ci sarà da spostarsi. Chiaramente, allontanarsi da casa per studiare ciò per cui si è seriamente portati ne varrà comunque la pena!